Pentecoste
Originariamente festa ebraica per celebrare l’inizio della mietitura che cadeva 50 giorni dopo la Pasqua ebraica, la Pentecoste è diventata per il Cristianesimo una delle solennità più importanti, in cui si ricorda il momento in cui lo Spirito Santo discese su Maria e sugli apostoli riuniti nel Cenacolo. Questo evento segna per la Chiesa il vero atto di nascita d’inizio missionario.
Scavando nell’origine ebraica, Pentecoste significa proprio 50° giorno. Si trattava di una festa di pellegrinaggio (verso Gerusalemme) per ringraziare Dio dei frutti donati alla terra, a cui in seguito si aggiunse anche la commemorazione del più grande dono che Dio fece agli ebrei: la proclamazione delle leggi divine sul Monte Sinai. Già dal IV secolo, anche per i cristiani la Pentecoste era diventata festa ma in onore delle Spirito Santo, in cui si elargiva il Battesimo a chi non aveva potuto riceverlo durante la veglia pasquale.
Si trova negli Atti degli Apostoli (capitolo 2) il racconto della discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli:
Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano
Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua. Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: “Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?”
In quanto “terza persona” della Santissima Trinità, lo Spirito Santo è il principio di unificazione della Chiesa e della santificazione dei fedeli. Rappresentato nel Vecchio Testamento come forza divina in grado di produrre la naturale vita cosmica ed elargire doni miracolosi e profetici, mentre nel Nuovo Testamento è spesso una forza carismatica. Lo Spirito Santo è anche il fondamento di uguale dignità per tutti i credenti, che viene elargito durante il battesimo, attraverso la concessione dei suoi sacri doni. I doni dello Spirito Santo sono (stando all’insegnamento tradizionale di Isaia): consiglio, intelletto, fortezza, pietà, sapienza, scienza e timore di Dio. Tali doni sono poi confermati con il sacramento della Cresima. Raramente raffigurato in forma umana, lo Spirito Santo viene rappresentato in molte opere e scritti come nube luminosa, infusa della grazia divina, come una pura colomba bianca, ma anche come fuoco, antico simbolo di vita e morte.
Lo Spirito Santo viene invocato in diverse occasioni liturgiche, tra cui il Battesimo e la Cresima, o la solenne liturgia nell’Ordine Sacro, ma anche nelle occasioni più importanti, quali l’apertura del Conclave per un’elezione papale. Tutte occasioni in cui si invoca ed implora l’aiuto divino per poter percorre il sentieri migliore per un buon cristiano.
Liturgia MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA
Salmo Responsoriale: dal Salmo 32
IIª Lettura: Rm 8,22-
Canto al Vangelo: Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli,
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Vangelo: Gv 7,37-
Liturgia Anno A
Iª Lettura: At 2, 1-11 Lectio
Salmo Responsoriale: dal Salmo 103
IIª Lettura: 1 Cor 12,3b-7.12-13
Lectio
Canto al Vangelo: Vieni, Santo Spirito,
riempi i cuori dei tuoi fedeli,
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Vangelo: Gv 20,19-23
Lectio
Iª Lettura: At 2, 1-
Salmo Responsoriale: dal Salmo 103
IIª Lettura: 1 Cor 12,3b-
Lectio
Canto al Vangelo: Vieni, Santo Spirito,
riempi i cuori dei tuoi fedeli,
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Vangelo: Gv 20,19-
Lectio
La Chiesa vive nello Spirito di Cristo
Durante il tempo pasquale la liturgia ci ha fatto meditare sulla presenza del Risorto nella Chiesa, sul dono dello Spirito, sulla Chiesa in quanto segno e annuncio della vita nuova nata dalla Pasqua del Signore. In questa solennità di Pentecoste, la prima lettura (Atti) e il vangelo di Giovanni, pur narrando lo stesso evento con procedimenti letterari e prospettiva teologica diversi, presentano la nuova realtà della Chiesa, frutto della risurrezione e del dono dello Spirito.
Lo Spirito dell’alleanza universale e definitiva
Le immagini usate da Luca nel raccontare l’evento di Pentecoste permettono di stabilire un parallelo tra la Pentecoste del Sinai (cf Es 19,3-20; 31,18) e quella di Gerusalemme:
— al Sinai, tutto il popolo era stato convocato in assemblea; fuoco e vento impetuoso avevano manifestato la presenza di Dio sul monte; Dio aveva dato a Mosè la legge dell’Alleanza;
— a Gerusalemme, gli apostoli sono «tutti insieme nel medesimo luogo» (At2,1); nella casa in cui sono riuniti si manifestano gli stessi fenomeni del Sinai (vv. 2-3); Dio dà lo Spirito della nuova Alleanza (v. 4).
Questa è la novità della Pentecoste cristiana: l’Alleanza nuova e definitiva è fondata non più su una legge scritta su tavole di pietra, ma sull’azione dello Spirito di Dio. Si comprende come «senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il vangelo una lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo, e l’agire morale un agire da schiavi.
Ma nello Spirito Santo il cosmo è nobilitato per la generazione del Regno, il Cristo risorto si fa presente, il vangelo si fa potenza e vita, la Chiesa realizza la comunione trinitaria, l’autorità si trasforma in servizio, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano viene deificato» (Atenagora).
— al Sinai, tutto il popolo era stato convocato in assemblea; fuoco e vento impetuoso avevano manifestato la presenza di Dio sul monte; Dio aveva dato a Mosè la legge dell’Alleanza;
— a Gerusalemme, gli apostoli sono «tutti insieme nel medesimo luogo» (At2,1); nella casa in cui sono riuniti si manifestano gli stessi fenomeni del Sinai (vv. 2-
Questa è la novità della Pentecoste cristiana: l’Alleanza nuova e definitiva è fondata non più su una legge scritta su tavole di pietra, ma sull’azione dello Spirito di Dio. Si comprende come «senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il vangelo una lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo, e l’agire morale un agire da schiavi.
Ma nello Spirito Santo il cosmo è nobilitato per la generazione del Regno, il Cristo risorto si fa presente, il vangelo si fa potenza e vita, la Chiesa realizza la comunione trinitaria, l’autorità si trasforma in servizio, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano viene deificato» (Atenagora).
Lo Spirito struttura la Chiesa per la missione
Il battesimo nello Spirito illumina la comunità sul mistero di Cristo, Messia, Signore e Figlio di Dio; fa comprendere la risurrezione come il compimento dei progetti di salvezza di Dio non solo per il popolo di Israele ma per tutto il mondo; la spinge ad annunciarlo in tutte le lingue e in ogni circostanza, senza temere né persecuzioni né morte. Come gli apostoli, i martiri e tutti i cristiani che hanno ascoltato fino in fondo la voce dello Spirito di Cristo diventano testimoni: di ciò che hanno visto, di ciò che è stato trasmesso e che hanno verificato nella loro esistenza.
Ogni comunità è chiamata a collaborare con lo Spirito per rinnovare il mondo attraverso l’annuncio e la testimonianza della salvezza, nell’attività quotidiana come nelle vocazioni straordinarie. Per questo la Chiesa si struttura e prende forma attraverso doni, compiti, servizi che hanno tutti l’unica sor-gente nello Spirito dei Padre e dei Figlio.
Tutto poi è fatto convergere dal medesimo Spirito all’«utilità comune» (cf seconda lettura: 1 Cor 12). In tal modo la pienezza e la ricca vitalità dello Spirito si manifesta attraverso una Chiesa aperta a tutti per testimoniare nelle «opere» dei credenti la presenza di Dio nel mondo (i «frutti dello Spirito»; cf seconda lettura: Gal 5,22-23).
La Pentecoste continua nella Chiesa
La Pentecoste, dunque, non è finita; essa continua nelle situazioni in cui vive la Chiesa; tutta la vita dei cristiani si svolge sotto il segno dello Spirito. Ciascuno infatti «vive sotto l’influsso dello Spirito del suo Battesimo e della sua Confermazione; è sempre lo Spirito che conferma la nostra fede e la nostra unità ogni volta che noi partecipiamo all’Eucaristia, e l’epiclesi, nelle preghiere eucaristiche, ci ricorda l’intervento dello Spirito non soltanto nella trasformazione del pane e del vino, ma anche per la solidità della nostra fede e la nostra unità nella Chiesa.
Così pure lo Spirito agisce nell’ordinazione sacerdotale per conferire a colui che è chiamato il potere di attualizzare i misteri di Cristo; lo Spirito è presente anche nella celebrazione del sacramento dei matrimonio, assicurando agli sposi la forza della fedeltà e la loro unione reciproca nella imitazione dell’unione del Cristo con la Chiesa. Noi siamo dunque in ogni istante permeati dallo Spirito.
Non vi è una riunione di preghiera, una liturgia della Parola in cui lo Spirito non agisca per permettere di pregare e di dialogare col Signore reso presente in mezzo a noi mediante la forza dello Spirito che dà vita alla parola proclamata» (A. Nocent).
Ogni comunità è chiamata a collaborare con lo Spirito per rinnovare il mondo attraverso l’annuncio e la testimonianza della salvezza, nell’attività quotidiana come nelle vocazioni straordinarie. Per questo la Chiesa si struttura e prende forma attraverso doni, compiti, servizi che hanno tutti l’unica sor-
Tutto poi è fatto convergere dal medesimo Spirito all’«utilità comune» (cf seconda lettura: 1 Cor 12). In tal modo la pienezza e la ricca vitalità dello Spirito si manifesta attraverso una Chiesa aperta a tutti per testimoniare nelle «opere» dei credenti la presenza di Dio nel mondo (i «frutti dello Spirito»; cf seconda lettura: Gal 5,22-
La Pentecoste continua nella Chiesa
La Pentecoste, dunque, non è finita; essa continua nelle situazioni in cui vive la Chiesa; tutta la vita dei cristiani si svolge sotto il segno dello Spirito. Ciascuno infatti «vive sotto l’influsso dello Spirito del suo Battesimo e della sua Confermazione; è sempre lo Spirito che conferma la nostra fede e la nostra unità ogni volta che noi partecipiamo all’Eucaristia, e l’epiclesi, nelle preghiere eucaristiche, ci ricorda l’intervento dello Spirito non soltanto nella trasformazione del pane e del vino, ma anche per la solidità della nostra fede e la nostra unità nella Chiesa.
Così pure lo Spirito agisce nell’ordinazione sacerdotale per conferire a colui che è chiamato il potere di attualizzare i misteri di Cristo; lo Spirito è presente anche nella celebrazione del sacramento dei matrimonio, assicurando agli sposi la forza della fedeltà e la loro unione reciproca nella imitazione dell’unione del Cristo con la Chiesa. Noi siamo dunque in ogni istante permeati dallo Spirito.
Non vi è una riunione di preghiera, una liturgia della Parola in cui lo Spirito non agisca per permettere di pregare e di dialogare col Signore reso presente in mezzo a noi mediante la forza dello Spirito che dà vita alla parola proclamata» (A. Nocent).