Le mie Preghiere - Parrocchia Santi Filippo e Giacomo di Parona

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Le mie Preghiere

Sia lodato Gesù Cristo......
                        Sempre sia lodato!



Liturgia del Giorno

Il Santo Rosario

Via Crucis
LE PREGHIERE DEL CRISTIANO
SEGNO DELLA CROCE

Nel nome del Padre,
del Figlio
e dello Spirito Santo.      
Amen.

Il Segno della Croce esprime il sigillo di Cristo su colui che gli appartiene e significa la grazia della redenzione che Cristo ci ha acquistata per mezso della sua croce ( Catechismo della Chiesa Cattolica, n.7235 )

Il "Segno della Croce", fin dagli inizi della nostra storia, è il segno di riconoscimento di noi cristiani..........Sapevo che erano cristiani, perché tracciavano sulla loro fronte il segno di croce!
GLORIA AL PADRE
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era in principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

PADRE NOSTRO
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

AVE O MARIA
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

ANGELO DI DIO
Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona loro, o Signore, splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.

GESÙ, GIUSEPPE E MARIA
Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima mia agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.

CREDO (Credo degli apostoli)
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra. E in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte, salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattoloica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

CREDO
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Di vero. Generato, non creato, della stessa sostanza del padre, per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato del mezzo dei Profeti.
Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

CONFESSO A DIO
Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni. Per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi, e voi fratelli e sorelle, di pregare per me il Signore Dio nostro.

SALVE REGINA
Salve, o Regina, madre di misericordia. Vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva. A te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
ATTO DI FEDE
Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Ed espressamente credo in te, unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia fede.

ATTO DI SPERANZA
Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Signore, che io possa goderti in eterno.

ATTO DI CARITÀ
Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor tuo amo il prossimo come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più.

ATTO DI DOLORE
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.

MAGNIFICAT
L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta il Dio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mai vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri Padri, ad Abramo e alla sua discendente per sempre.

CANTICO DI ZACCARIA
Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.
Così Egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci liberati dalle mani dei nostri nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace.

CANTICO DI SIMEONE
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza preparata da te davanti a tuti i popoli;
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.

PREGHIERA DEL MATTINO
Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata: fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà per la maggiore tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.


DIO SIA BENEDETTO

Dio sia benedetto.

Benedetto il suo santo Nome.

Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.

Benedetto il Nome di Gesù.

Benedetto il suo sacratissimo Cuore.

Benedetto il suo preziosissimo Sangue.

Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell'altare.

Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.

Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.

Benedetta la sua santa e immacolata Concezione.

Benedetta la sua gloriosa Assunzione.

Benedetto il Nome di Maria, Vergine e Madre.

Benedetto S. Giuseppe, suo castissimo Sposo.

Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.

PREGHIERA DEL MATTINO
Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata: fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà per la maggiore tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.

PREGHIERA DELLA SERA
Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questo giorno. Perdonami il male oggi commesso e se qualche bene ho compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.

OFFERTA DELLA GIORNATA
Cuore divino di Gesù
io Ti offro per mezzo del Cuore immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al sacrificio eucaristico, le preghiere e le azionim le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati per la salvezza di tutti gli uomini nella grazia dello Spirito Santo a gloria del divin Padre.

PRIMA E DOPO I PASTI
Benedici Signore questa mensa e tutti coloro che l'hanno preparata. Aiutaci a condividere il nostro pane con coloro che non ne hanno. Signore grazie per i tuoi doni, grazie per questo cibo che ci permette di meglio servirti in ognuno dei nostri fratelli.






PREGHIERA DI SAN FRANCESCO

Signore, fa' di me uno strumento della tua pace.
Dove è odio, che io porti l'amore.
Dove è offesa, che io porti il perdono.
Dove è discordia, che io porti l'unione.
Dove è dubbio, che io porti la fede.
Dove è errore, che io porti la verità.
Dove è disperazione, che io porti la speranza.
Dove è tristezza, che io porti la gioia.
Dove è il buio, che io porti la luce.
Maestro, fa' che io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto di consolare,
di essere compreso, quanto di comprendere,
di essere amato, quanto di amare.
Poiché è dando che si riceve,
perdonando che si è perdonati,
morendo che si risuscita a vita eterna.
I DUE MISTERI
PRINCIPALI DELLA FEDE

Unità e Trinità di Dio.

Incarnazione, Passione, Morte
e Risurrezione
di Gesù Cristo.

La parola mistero ha due significati. E' una verità che non possiamo spiegare con la nostra mente, una realtà nascosta che solo Dio conosce. Vuol dire anche azione sacra, realtà che salva, che unisce a Dio (mistero pasquale, mistero della fede, mistero della Chiesa).
Il mistero è una verità rivelata da Dio che supera ogni intelligenza creata.

La Trinità è il fondamentale mistero della fede: Dio è uno, in tre Persone uguali e distinte:
Padre, Figlio, Spirito Santo.
Incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo vuol dire che il Figlio di Dio (il Verbo) si è fatto uomo, ha patito, è morto ed è risorto per la nostra salvezza La religione è piena di misteri. Dinanzi ai misteri dobbiamo chinare la fronte e credere.
I SETTE SACRAMENTI

Battesimo.
Cresima o Confermazione.
Eucaristia.
Penitenza o Riconciliazione.
Unzione degli infermi.
Ordine sacro.
Matrimonio.
Sono le sette sorgenti della grazia. Tre Sacramenti (Battesimo, Cresima, Ordine) imprimono il carattere: un segno che non si cancella mai. Come il figlio porta in volto la fisionomia del padre e della madre, così il cristiano porta nell'anima la fisionomia di Dio, la somiglianza con Cristo.

Sacramenti sono segni visibili della grazia invisibile istituiti da Gesù per la nostra salvezza. Gesù continua la sua presenza e la sua opera nel mondo con il Sacrificio della Messa, con i Sacramenti. Nei Sacramenti Gesù è presente ed opera: avviene l'incontro di Gesù con l'uomo. Se i fedeli ricevono i sacramenti con le dovute disposizioni, si perfezionano e vivono la vita soprannaturale.
I SETTE DONI
DELLO
SPIRITO SANTO

Lo Spirito Santo arriva nelle nostre anime nel giorno del nostro Battesimo, spargendo su di noi le tre virtù teologali: la Fede, la Speranza e la Carità. E arriva in un modo più solenne nel giorno in cui riceviamo il Sacramento della Cresima o della Confermazione, quando riceviamo l'effusione dello Spirito che sparge su di noi i sette doni:

Sapienza


Intelletto


Consiglio


Fortezza


Scienza


Pietà


Timor di Dio
Sapienza: Secondo la Bibbia è il secondo dono dello Spirito Santo. Serve a capire come funziona la vita e ad ordinare le cose secondo una classifica giusta riservando il primo posto a Dio. Spiega come le piccole e grandi gioie aiutano a vivere meglio ma non durano per sempre. Per questo la persona saggia costruisce la casa sulla roccia e non sulla sabbia. La sapienza ti permette di vedere le cose con il Cuore stesso di Dio... Cioè come le comprende Lui.

Intelletto:
L'intelletto è il quarto dono dello Spirito Santo che fa riconoscere la presenza di Dio nei diversi episodi della giornata. Non si ferma al look, ma dà importanza a ciò che è 'dentro'. La persona intelligente non dà peso all'apparenza, ai pettegolezzi, alla banalità: cerca invece la verità nelle persone e nelle parole che ascolta e che dice.

Consiglio:
  E' il primo dono dello Spirito Santo. Nella Bibbia indica il progetto di Dio su ogni persona. Questo dono aiuta a conoscere ciò che Lui si aspetta da ognuno. Ci facilita la vita mettendoci accanto persone di Sua fiducia (genitori, catechisti, amici, suore, Don...) che indicano la strada giusta da seguire. Lui si aspetta però anche che i ragazzi sappiano dare consigli ai compagni di viaggio con le parole e con i viaggi.

Fortezza:  
La Fortezza è il terzo dono dello Spirito Santo. Sostiene la resistenza contro ogni tentazione che porta al male e fa realizzare il bene. Aiuta a mantenere gli impegni presi nei confronti nella vita, di noi stessi e con Dio. Dà ai ragazzi energia sufficiente per non comportarsi da "pecoroni" che imitano i modi sbagliati dei prepotenti. Questo dono insegna loro a sostituire l'amore per la forza con la forza per l'amore.

Scienza:
  E' il settimo dono e nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e di amore totale verso Dio. Se conosci Dio vedi le persone e le cose in ralazione con Lui. L'amore per le creature deriva dall'amore per il Creatore. Per questa ragione rispetta la natura, comprende gli altri e con essi cammina verso la felicità, verso l'Amore (con la A maiuscola) che è alla base di ogni amore. Questo è il vero "scienziato" che migliora la sua vita e quella degli altri.

Pietà:
È il quinto dono dello Spirito Santo. Aiuta a riconoscere Dio come un padre buono che pensa a tutti, con cui si può dialogare volentieri e si fa il possibile per accontentarLo. Uno dei modi più belli è di riconoscere tutti i Suoi figli come fratelli e sorelle. Se li amiamo, ha detto Gesù, si ama anche il Padre che è nei cieli.

Timor di Dio:
  Il Timor di Dio è il sesto dono dello Spirito Santo e fa capire che Dio deve essere rispettato. Non è un Tipo suscettibile che spaventa e castiga, ma neppure Uno che può essere facilmente ingannato e raggirato. E' il Dio Amore di cui bisogna parlare bene nei discorsi e nei fatti. Dio non vuole spaventare nessuno, vuole solo che noi ci assumiamo la nostra responsabilità, usiamo bene della nostra libertà aprendo a Lui il nostro cuore.
- La Carità è un frutto dello Spirito Santo. La carità è l'amore ed è il più grande di tutti i doni, perché essa non sparisce, esiste oltre morte.
 

- La Gioia o allegria è caratterizzata da quelle emozioni interiori, da quell'allegria interiore e dalla soddisfazione spirituale profonda che lo Spirito Santo sparge nel cuore e nell'anima. La persona sente una gioia inesplicabile.
 

- La Pace di cui parliamo non ha niente a che fare con i motivi o le sensazioni esterne, ma è una pace e una soavità interiore, così come disse Gesù ai suoi apostoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace".
 

- La Pazienza sopporta le avversità, le malattie, le contrarietà e le persecuzioni. La pazienza è il frutto essenziale affinché il cristiano perseveri nella sua fede. Il cristiano paziente difficilmente è allontanato dalla sua fede perché egli sopporta tutto con pazienza. L'anima paziente è docile e umile, non si ribella contro il suo Dio ma sopporta e accetta tutto.
 

- La Benevolenza è la bontà che va oltre la bontà, cioè, molte volte facciamo del bene, ma soltanto fino ad una certa misura. Tuttavia, la benevolenza è l'esecuzione di questo bene che va oltre ciò che dovrebbe essere fatto. Significa semplicemente vedere le necessità degli altri e rispondervi in maniera calda, amichevole.

- La Bontà consiste nel fare il bene, in modo disinteressato, agli altri. La persona che lo fa ha un cuore buono, che ama veramente. La risposta di colui che ama seriamente è: "Io amo perché amo."

- La Longanimità è la pazienza oltre la pazienza, è quando qualcuno continua ad essere paziente dopo essere messo a prova, tante e tante volte.
 

- La Mitezza è sempre associata all'umiltà e alla pazienza. Gesù dice, quando si riferisce a sé stesso: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11, 28-30). La mitezza è contro l'ira e contro l'odio. In questo modo dobbiamo cercare di essere miti, imitando il Divino Maestro.
 

- La Fede, oltre ad essere il frutto dello Spirito Santo, è una delle virtù teologali. La fede è un dono molto importante, senza la quale ci disperiamo e ci scoraggiamo lungo il nostro cammino, fatto di alti e bassi e di molte difficoltà. Senza la fede il cristiano arriva fino ad un certo punto. La fede porta il cristiano a mantenersi fermo nel suo cammino, ma questa fede dev'essere conservata e protetta. Una delle maniere per farlo è la preghiera che aumenta e protegge la fede. La preghiera ci mantiene sulla strada della fede e sulla strada della salvezza, per questo motivo è indispensabile.
 

- La Modestia riguarda l'essere discreto. La modestia è contro l'ostentazione e l'esibizione. La modestia è il pudore che deve accompagnare ogni cristiano, poiché in lui abita Dio. Quindi dobbiamo rispettare il nostro proprio corpo, senza esporlo come un campionario. Questa virtù mantiene i nostri occhi, labbra, risa, movimenti, insomma, tutta la nostra persona, senza escludere gli abiti che la rivestono, nei giusti limiti. Sant'Agostino raccomanda particolare cura per la modestia esteriore, che tanto può edificare quanto scandalizzare coloro che ci circondano.
 

- La Continenza è un frutto dello Spirito Santo. L'uomo sa equilibrarsi, dominando la sua sessualità. Sa riguardarsi e proteggersi. La continenza è una grande virtù. Se gli uomini e le donne di oggi possedessero questa grande virtù, non vi sarebbero in molte famiglie tanta tristezza, tanti problemi, perché tutti saprebbero mantenere la castità e la purezza. La continenza è il dominio di sé stesso in relazione agli istinti sessuali.

- La Castità è un frutto che porta l'uomo o la donna a mantenere la purezza del corpo, e di conseguenza la purezza dell'anima, senza lasciarsi macchiare, cadendo nel peccato contro il 6º e il 9º Comandamento. Il sesto comandamento dice: "Osservate la castità nelle parole e nelle opere"; ed il nono comandamento dice: "Osservate la castità nei pensieri e nei desideri".
I FRUTTI DELLO SPIRITO SANTO

Lo Spirito Santo, oltre a spargere i sette doni, conferisce al cristiano dodici frutti che sono:


Carità

Gioia

Pace

 
Pazienza

 
Benevolenza

 
Bontà

 
Longanimità

 
Mitezza

 
Fede

 
Modestia

 
Continenza

 
Castità.

Questi dodici frutti dello Spirito Santo devono suscitare nel cristiano il desiderio e lo sforzo di conquistarli. Affinché ciò si realizzi dovrà chiederli e supplicarli allo Spirito Santo, perché a colui che li chiede Egli li darà. Se non li chiederai Egli rimarrà in attesa. Tuttavia, a causa delle preoccupazioni, della corsa di tutti i giorni e della lotta per la vita, molte volte ci dimentichiamo di valori così sublimi ed elevati.
LE QUATTRO
VIRTU' CARDINALI


Prudenza


Giustizia


Fortezza


Temperanza

IL CONCETTO DI VIRTU'

"Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri" (Fil 4,8). La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene. Essa consente alla persona, non soltanto di compiere atti buoni, ma di dare il meglio di sé. Con tutte le proprie energie sensibili e spirituali la persona virtuosa tende verso il bene; lo ricerca e lo sceglie in azioni concrete" (CDC, 1803).
Si chiamano anche virtù umane o morali: "Esse procurano facilità, padronanza di sé e gioia per condurre una vita moralmente buona. L'uomo virtuoso è colui che liberamente pratica il bene" (CDC, 1804). Le virtù cardinali mantengono e sostengono la vita cristiana. Sono indispensabili, come sono indispensabili i cardini per tenere la porta.

La prudenza è la virtù che dirige le azioni umane: fa conoscere il bene che si deve fare e il male che si deve evitare. E prudente chi opera secondo la voce della retta coscienza e secondo le esigenze della giusta morale.

La giustizia è la virtù che dà a Dio e agli uomini ciò che ad essi si deve dare. Uno è giusto se fa bene tutto quello che deve fare. Il giusto è trasparente, luminoso, sempre sereno.

La fortezza è la virtù che ci fa vincere il male e le tentazioni. E' forte chi non si piega e non si spezza; chi supera gli ostacoli che impediscono di fare il bene; chi vince il male, la voluttà, l'avarizia.

La temperanza (giusta regola) è la virtù che regola i nostri sensi, frena le passioni e i desideri cattivi. La temperanza è la dote di ogni savia persona. È la virtù indispensabile perché l'uomo possa essere pienamente uomo, padrone di se stesso. Il troppo nuoce. Il cristiano deve mortificare i sensi, essere moderato, tenere una giusta regola in tutto. L'intemperante è chi abusa di cibi, di bevande, di piaceri, chi oltrepassa la giusta misura.

Le virtù teologali fondano, animano e caratterizzano l'agire morale del cristiano. Esse informano e vivificano tutte le virtù morali. Sono infuse da Dio nell'anima dei fedeli per renderlo capaci di agire quali suoi figli e meritare la vita eterna" (CDC, 1813).

Si chiamano teologali perché ci fanno conoscere ed amare Dio. La fede è la virtù soprannaturale che ci fa credere in Dio e a tutto quello che Egli ha rivelato: è la convinzione di cose che non si vedono. È la virtù più necessaria, fonte di fortezza e dì coraggio. "Senza la fede è impossibile essere graditi a Dio" (Eb 11, 6).

La speranza è la virtù soprannaturale che ci fa sperare da Dio la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla. La speranza ci sostiene e contorta nelle traversie della vita. La carità è la virtù soprannaturale che ci fa amare Dio per se stesso come sommo bene e il prossimo per amore di Dio. Carità vuol dire amare, voler bene: amare Dio, amare il prossimo. Dov'è la carità ivi è Dio. La carità è maggiore della fede e della speranza perché "la carità non avrà mai fine" (1 Cor 13, 13)

LE TRE VIRTU'
TEOLOGALI

Fede

Speranza

Carità

Novissimi:
sono le cose ultime che ci aspettano: la morte, il giudizio, l'inferno, il paradiso.
Queste cose ultime devono diventare le prime; si devono ricordare spesso per vivere bene come vuole Dio. La morte è la separazione dell'anima dal corpo. Il corpo ritorna alla terra, l'anima ritorna a Dio e viene giudicata del bene e del male operato in vita. Due sono i giudizi: il giudizio particolare dopo la morte, il giudizio universale alla fine del mondo. i cattivi saranno puniti (c'è l'inferno); i buoni saranno premiati (c'è il paradiso). Alla fine del mondo i corpi di tutti risorgeranno e sì riuniranno all'anima per avere il premio o il castigo. I buoni risorgeranno gloriosi e avranno l'adozione completa di figli di Dio e la vita eterna, I nemici di Cristo risorgeranno oscuri, saranno separati dal Regno e vivranno per sempre infelici.


QUATTRO NOVISSIMI

Morte

Giudizio

Inferno

Paradiso

NORME FONDAMENTALI DI VITA CRISTIANA
I DIECI COMANDAMENTI DI DIO O DECALOGO

Io sono il Signore Dio tuo:


1. Non avrai altro Dio fuori di me.
2. Non nominare il nome di Dio invano.
3. Ricordati di santificare le feste.
4. Onora il padre e la madre.
5. Non uccidere.
6. Non commettere atti impuri.
7. Non rubare.
8. Non dire falsa testimonianza
9. Non desiderare la donna d'altri.
10. Non desiderare la roba d'altri.


Il primo precetto della carità ci comanda di amare Dio più di tutte le cose e più di tutte le persone. Dobbiamo amare Dio perché è sommo bene e perché Lui ci ha amato infinitamente.

Il secondo precetto ci comandare di amare il prossimo come amiamo noi stessi. Tutte le persone con le quali abbiamo rapporto sono il nostro prossimo. Dobbiamo amare il prossimo perché lo vuole Dio; perché siamo tutti creature di Dio e fratelli in Gesù Cristo: dobbiamo essere legati dalla carità, formare una sola famiglia in Cristo. Il prossimo si ama non facendo mai del male a nessuno; facendo agli altri sempre il bene che possiamo; perdonando a chi ci fa del male. Tra i cristiani deve regnare la carità, la concordia, la pace. Stare sempre in pace con tutti. La carità deve essere il vero distintivo del cristiano. Quando il prossimo è cattivo, è bugiardo, prepotente, imbroglione si deve perdonare... ma anche guardarsi e difendersi. Gesù trattò male i Farisei, li condannò. I malvagi, i perfidi, gli ipocriti i delinquenti, i criminali meritano condanna, punizione.
I DUE PRECETTI
DELLA CARITA'

Amerai il Signore Dio tuo,
con tutto il cuore,
con tutta l'anima
e con tutta la tua mente.

Amerai il prossimo tuo come te stesso.
(Precetto vuoi dire legge, comando).
Si deve partecipare alla Messa nei giorni festivi perché la Messa è il centro della religione, è l'azione più importante della Liturgia.

Circa il secondo precetto riguardante l'astinenza dalle carni e il digiuno, i Vescovi italiani, sulla base dei canoni 1251, 1252 e 1253 del Codice di Diritto Canonico, hanno stabilito che il Venerdì Santo e il Mercoledì delle Ceneri sono giorni di astinenza e di digiuno. I venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza dalle carni, In tutti gli altri venerdì dell'anno l'astinenza dalle carni può essere liberamente sostituita con altra opera di penitenza da compiersi nello stesso giorno (una elemosina, la rinuncia ad un divertimento, un'opera di misericordia corporale e spirituale, la recita del Rosario, ecc). L'obbligo del digiuno va dagli anni 18 compiuti ai 59 compiuti; l'obbligo dell'astinenza dalle carni comincia dagli anni 14 compiuti. La Chiesa ci chiede sacrifici, mortificazioni, opere di penitenza per farci essere virtuosi. Il corpo deve essere servo e non padrone. Chi ha peccati gravi deve confessarsi quanto prima. Ogni volta che uno non sta tranquillo in coscienza deve confessarsi. Il buon cristiano che ha capito che l'Eucaristia è Gesù Cristo, fa spesso la comunione per unirsi a Lui.
I CINQUE PRECETTI
GENERALI DELLA CHIESA

Partecipare alla Messa domenicale e le altre feste di precetto.

Santificare i giorni di penitenza,come dispone la Chiesa.

Confessarsi almeno una volta all'anno e comunicarsi almeno nel periodo pasquale.

Soccorrere alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi e le usanze.

Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti (quaresima e avvento).
LE BEATITUDINI EVANGELICHE

Beati i poveri nello spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli.

Beati i miti, perché possederanno la terra.

Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.

Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei Cieli.

Le beatitudini sono il cuore del messaggio di Gesù, per capirle bisogna lasciar parlare il testo. Innanzitutto Gesù sale sulla montagna e pronuncia il discorso circondato dai dodici e dalle folle: si tratta di una folla venuta da ogni dove, persino dalla decapoli e da oltre il Giordano. Il discorso, quindi, non è rivolto solo ai dodici o al popolo giudaico, ma a tutti.
Certo le beatitudini rimandano a Gesù. Ma quale significato egli vi attribuì? Pensiamo di riassumere il suo pensiero in tre affermazioni.

- Le beatitudini sono una proclamazione messianica, un annuncio che il Regno di Dio è arrivato. I profeti hanno descritto il tempo messianico come il tempo dei poveri, degli affamati, dei perseguitati, degli inutili. Gesù proclama che questo tempo è arrivato. Per i profeti le beatitudini erano al futuro, una speranza. Per Gesù sono al presente: oggi i poveri sono beati.

- C’è un secondo aspetto: con le beatitudini Gesù non solo proclama che il tempo messianico è arrivato, ma proclama che il Regno è arrivato per tutti, che di fronte all’amore di Dio non ci sono i vicini e i lontani, non ci sono emarginati: anzi, coloro che noi abbiamo emarginato sono i primi.

- Infine va detto che Gesù non solo proclamò le beatitudini, ma le ha vissute. Ecco perché la proclamazione delle beatitudini, è preceduta da un’annotazione generale che riassume l’attività di Gesù (4, 23-24): lo circondavano ammalati di ogni genere, sofferenti, indemoniati, epilettici. Ha cercato i poveri e li ha amati, preferiti. Egli fu povero, sofferente, affamato: eppure amato da Dio.

Sta qui il paradosso delle beatitudini: la vita di Cristo dimostra che i poveri sono beati, perché essi sono al centro del regno e perché – contrariamente alle valutazioni comuni – sono essi, i poveri, i crocifissi, che costituiscono la storia della salvezza.

Esaminiamo ore le singole beatitudini.

Beati i poveri. La differenza tra il “povero” di Luca e il “povero nello spirito” di Matteo non cambia nella sostanza. Matteo non intende certamente riferirsi a coloro che, benché ricchi, sono spiritualmente staccati dalle loro ricchezze. Molto probabilmente la frase echeggia Is 61,1 (v. Lc 4,18). Entrambi le beatitudini (di Mt e Lc) designano la classe povera che costituiva la grande maggioranza della popolazione del mondo ellenistico. Il “povero in spirito” di Matteo pone l’accento più che sulla mancanza letterale di ricchezze, sulla bassa condizione dei poveri: la loro povertà non permetteva l’arroganza tipica delle persone ricche, ma imponeva loro un rispetto servile. Sono questi “poveri nello spirito” che ora sono “beati”.

Beati gli afflitti. Riecheggia in questa beatitudine la situazione descritta in Is 61,1. La beatitudine si riferisce a coloro che non hanno alcuna gioia in questo mondo, e in questo senso essa sarebbe molto vicina e simile alla prima e terza beatitudine. Si intendono qui molto probabilmente coloro che piangono per i mali d’Israele dovuti ai suoi peccati. La loro consolazione consisterà nell’esperienza della salvezza messianica.

Beati i miti. Questi fanno parte della stessa classe dei “poveri in spirito”, che non sono in grado di essere aggressivi. L’ideale della mitezza è descritto in termini concreti in 5, 39-42: “Se uno ti percuote la guancia destra…”. I miti possederanno la terra escatologica d’Israele, recuperata mediante le opere salvifiche di Dio. La frase riecheggia le promesse della terra fatte ai patriarchi dell’A.T.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia. La “giustizia” di cui bisogna aver fame e sete è un termine assai pregnante. In Mt essa designa la condizione di buoni rapporti con Dio, ottenuti con la sottomissione alla sua volontà. Nel giudaismo farisaico si pensava che questa condizione venisse garantita mediante l’osservanza minuziosa della legge secondo i modelli farisaici. Gesù afferma con insistenza che i suoi discepoli devono sforzarsi di attuare qualcosa di più perfetto: “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e farisei …” (Mt 5,20).

Beati i misericordiosi. La misericordia è una caratteristica di Dio; Dio è fedele nonostante le infedeltà degli uomini. L’ ideale della misericordia o compassione ricorre spesso in tutti i vangeli. La beatitudine è illustrata dalla parabola del servitore spietato (Mt 18, 23-35). Le due opere di misericordia maggiormente sottolineate in Mt sono l’elemosina e il perdono. La ricompensa della misericordia è di ricevere misericordia.

Beati i puri di cuore. La purezza di cuore è contrapposta alla purezza levitica esteriore ottenuta mediante l’abluzione rituale: è questo un punto di numerose diatribe tra Gesù e i farisei. Ciò che si intende per “purezza di cuore” è spiegato in Mt 5, 13-20 (“Voi siete il sale della terra… La luce del mondo… Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone…). La ricompensa della purezza di cuore è di vedere Dio. Ciò non significa ciò che in teologia è chiamato la “visione beatifica”, ma l’ammissione alla presenza di Dio (v. Mt 18,10: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio”).

Beati gli operatori di pace. Questa parola ebraica “i pacificatori” significa “coloro che compongono i dissidi”. La riconciliazione è un compito spesse volte raccomandato nei vangeli: Mt 5,23-26 “Se presenti la tua offerta all’altare… và prima a riconciliarti”. La ricompensa è di essere chiamati figli di Dio. E’ questo un titolo attribuito a Israele nell’A.T.; coloro che compongono dissidi sono israeliti autentici.

Beati i perseguitati per la giustizia. La persecuzione subita per amore della giustizia è la persecuzione che viene accettata allo scopo di mantenere i buoni rapporti con Dio mediante la sottomissione alla sua volontà (v. commento a 5,6). In questo ampliamento (5,11-12) della beatitudine Gesù viene identificato con la giustizia. Egli sostituisce la legge quale unico mezzo sicuro per mantenersi in buoni rapporti con Dio. Tale rapporto causerà certamente la persecuzione (descritta in termini dell’esperienza della Chiesa primitiva), ma la ricompensa supererà ogni ricompensa precedente. La Chiesa succede ai profeti che furono perseguitati dal loro stesso popolo. La persecuzione a cui si allude qui è molto probabile l’offensiva scatenata dai giudei contro la comunità cristiana.

LE SETTE OPERE
DI MISERICORDIA CORPORALE

Dar da mangiare agli affamati.

Dar da bere agli assetati.

Vestire gli ignudi.

Alloggiare i pellegrini.

Visitare gli infermi.

Visitare i carcerati .

Seppellire i morti.

Le opere di misericordia spirituale riguardano anch'esse il bene del prossimo in relazione alle sue necessità di ordine interiore, disciplinano i nostri rapporti con gli altri fondandoli sulla comprensione e la pazienza, ci invitano ad associare nella preghiera i vivi e i morti.
Le opere di misericordia corporale sono opere fatte per il bene del prossimo. I poveri, i sofferenti ci richiamano Gesù.

Chi aiuta il povero, aiuta Gesù; chi disprezza il povero, disprezza Gesù.

Gli affamati, gli assetati, gli ignudi, i pellegrini, gli infermi, i carcerati non si devono trascurare.
Gesù darà una grande ricompensa a chi li aiuta.

Nella società odierna così carente nel soccorrere quanti si trovano in stato di bisogno, il volontariato esercitato in qualsiasi sua forma e per amore di Dio e dei fratelli, realizza in modo davvero gratificante le sette opere di misericordia corporale.
Le opere di misericordia spirituale riguardano anch'esse il bene del prossimo in relazione alle sue necessità di ordine interiore, disciplinano i nostri rapporti con gli altri fondandoli sulla comprensione e la pazienza, ci invitano ad associare nella preghiera i vivi e i morti.
LE SETTE OPERE
DI MISERICORDIA SPIRITUALE

Consigliare i dubbiosi.

Insegnare agli ignoranti.

Ammonire i peccatori.

Consolare gli afflitti.

Perdonare le offese ricevute.

Sopportare pazientemente le persone moleste.

Pregare Dio per i vivi e per i morti.

I SEI PECCATI
CONTRO LO SPIRITO SANTO

Disperare della salvezza eterna.

Presumere di salvarsi senza merito.

Impugnare la verità conosciuta.

Invidia della grazia altrui.

Ostinarsi nei peccati.

Impenitenza finale.
1) Disperazione della salvezza vuol dire non aver più speranza di salvarsi l'anima. Questo è il peccato di Caino e di Giuda che non chiesero perdono a Dio. Il Signore è misericordioso quindi mai disperare. Si deve ritornare a Dio sinceramente pentiti e riparare il male fatto. Gesù ha detto: " Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori" (Lc 5,32)

2) Presunzione di salvarsi senza merito vuoi dire pretendere di salvarsi senza meritarlo. il Paradiso si deve meritare, non è fatto per i poltroni.

3) Impugnare la verità conosciuta vuol dire negare la verità, dire il falso invece dei vero che si conosce. La sincerità deve risplendere nella vita del cristiano.

4) Invidia della grazia altrui vuoi dire invidiare i buoni cristiani che vivono in grazia di Dio. i buoni cristiani si devono imitare e non invidiare.

5) Ostinazione nei peccati vuol dire continuare a peccare, indurirsi nel male senza cercare di correggersi. Chi si abbandona al peccato viene abbandonato da Dio.

6) Impenitenza finale vuoi dire comportarsi male fino alla fine della vita: morire senza pentimento. Chi non si vuol ravvedere dimostra cattiva volontà e non può avere il perdono di Dio
1) Disperazione della salvezza vuol dire non aver più speranza di salvarsi l'anima. Questo è il peccato di Caino e di Giuda che non chiesero perdono a Dio. Il Signore è misericordioso quindi mai disperare. Si deve ritornare a Dio sinceramente pentiti e riparare il male fatto. Gesù ha detto: " Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori" (Lc 5,32)

2) Presunzione di salvarsi senza merito vuoi dire pretendere di salvarsi senza meritarlo. il Paradiso si deve meritare, non è fatto per i poltroni.

3) Impugnare la verità conosciuta vuol dire negare la verità, dire il falso invece dei vero che si conosce. La sincerità deve risplendere nella vita del cristiano.

4) Invidia della grazia altrui vuoi dire invidiare i buoni cristiani che vivono in grazia di Dio. i buoni cristiani si devono imitare e non invidiare.

5) Ostinazione nei peccati vuol dire continuare a peccare, indurirsi nel male senza cercare di correggersi. Chi si abbandona al peccato viene abbandonato da Dio.

6) Impenitenza finale vuoi dire comportarsi male fino alla fine della vita: morire senza pentimento. Chi non si vuol ravvedere dimostra cattiva volontà e non può avere il perdono di Dio.
I QUATTRO PECCATI
CHE GRIDANO VENDETTA
AL COSPETTO DI DIO

Omicidio, suicidio, aborto volontario.

Peccato impuro contro natura.

Oppressione dei poveri.

Frode nella paga agli operai.
I SETTE
VIZI CAPITALI


Superbia.


Avarizia.


Lussuria.



Ira.



Gola.



Invidia.


Accidia. (ozio)
Il vizio è l'abitudine di fare il male: intorbida la ragione e guasta il cuore. I sette vizi capitali sono i vizi più gravi che rovinano l'anima e spesso anche il corpo.

La superbia è (a troppa stima di se stessi e il disprezzo degli altri. È la radice di ogni male: cambiò gli angeli in demoni, scacciò dal paradiso i progenitori. Bisogna essere umili perché "Dio resiste ai superbi e dà la grazia agli umili".

L'avarizia è l'attaccarsi troppo al denaro e alla roba. L'avaro è un egoista; egli dice: "Tutto a me, niente per gli altri". Il denaro deve servire per vivere e per fare opere buone.

La lussuria è lo sfrenato abbandono ai piaceri sensuali: è il vizio di chi sì dà alla vita cattiva, alle azioni cattive. La lussuria rovina l'individuo, la famiglia, la società: degrada e rende triste la vita. Il cristiano deve essere puro. Gesù ha detto: "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio " (Mt 5,8).

L'ira è l'agitazione dell'anima contro persone o cose; è sfogo cattivo contro il prossimo. Toglie la ragione e fa commettere molte mancanze. Quando uno si adira non sa più quello che fa. Il cristiano deve dominarsi, essere paziente e mite.

La gola è l'avidità di cibi e bevande. Il goloso pensa solo a mangiare e a bere, vuole sempre le cose migliori. Si deve mangiare per vivere e non vivere per mangiare.

L'invidia è il rattristarsi per il bene degli altri o il godere per il male degli altri. Il cristiano non deve mai invidiare. Dobbiamo essere contenti se gli altri stanno meglio di noi. Contentiamoci di quello che abbiamo e del posto che occupiamo.

L'accidia è la pigrizia, la svogliatezza nel fare il bene; è la negligenza nei doveri di religione. E accidioso chi è pigro e svogliato. Il lavoro è voluto da Dio. Tutti dobbiamo lavorare. L'ozio è il padre dei vizi. Il cristiano non deve essere pigro, negligente e svogliato, ma deve compiere il proprio dovere con diligenza e sveltezza.
Le Verità Principali della Fede cristiana sono compendiate nel Credo.
I Due Misteri principali della Fede

               Unità e Trinità di Dio.

                 Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo.


Dio
Dio è Spirito perfettissimo, eterno, onnipotente, onnisciente. Ha creato, ossia ha fatto dal nulla tutto ciò che esiste. E' Amore, bontà infinita, giusto remuneratore.

Creazione e fine dell'uomo
Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, per poi goderlo per sempre nella Vita Eterna.

Vita Eterna
E' l'ultima dimensione della vita, dopo la morte: un'eternità beata (godimento di Dio), oppure un'eternità dannata (esclusione da Dio). <<Il Figlio dell'uomo renderà a ciascuno secondo le sue opere>> (Vangelo di S. Matteo, 16, 27).
<<Viene l'ora in cui coloro che hanno operato il bene risusciteranno alla vita: quelli invece che fecero il male, risusciteranno per la condanna>> (Vangelo di S. Giovanni, 5, 29).

Gesù Cristo
E' il Figlio di Dio, ossia la seconda Persona della Santissima Trinità, fatto Uomo come noi e nato dalla Vergine Maria; è il nostro Redentore, che ci salva con la Passione, Morte e Risurrezione; è il nostro Maestro, che ci insegna la via della Salvezza eterna.

Lo Spirito Santo
E' la Terza Persona della Santissima Trinità, perfettamente uguale al Padre e al Figlio. Egli ci ha parlato per mezzo dei Profeti; è stato inviato da Cristo sulla Chiesa nel giorno della Pentecoste; dimora perennemente nella Chiesa, la vivifica, la protegge e la guida a tutta la Verità. Ogni cristiano nel Battesimo è rinato <<dall'acqua e dallo Spirito Santo>>; nella Cresima è stato confermato con i <<doni dello Spirito Santo>>.

La Chiesa
E' il <<Popolo di Dio>> in cammino verso la salvezza, guidato dai legittimi pastori, ossia il Papa e i Vescovi. E' il Corpo Mistico di Cristo, custode della sua verità, del suo potere, della sua santificazione. <<Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me>> (Vangelo di S. Luca, 10, 16).
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