San Mattia Apostolo - Parrocchia Santi Filippo e Giacomo di Parona

Parrocchia Santi Filippo e Giacomo Parona - VR -
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San Mattia Apostolo

Prima Lettura:   At 1,15-17-20-26  Lectio

Salmo Responsoriale:  Salmo 112

Canto al Vangelo: Gv 15,16

Vangelo
: Gv 15, 9-17    Lectio
Mattia, abbreviazione del nome ebraico Mattatia, che significa dono di Jahvè, fu eletto al posto di Giuda, il traditore, per completare il numero simbolico dei dodici apostoli, raffigurante i dodici figli di Giacobbe e quindi le dodici tribù d'Israele. Secondo gli Atti apocrifi, egli sarebbe nato a Betlemme, da una illustre famiglia della tribù di Giuda. Una cosa è certa, perché affermata da S. Pietro (Atti, 1,21), che Mattia fu uno di quegli uomini che accompagnarono gli apostoli per tutti il tempo che Gesù Cristo visse con loro, a cominciare dal battesimo nel fiume Giordano fino all'Ascensione al cielo.
Non è improbabile che facesse parte dei 72 discepoli designati dal Signore e da lui mandati, come agnelli fra i lupi, a due a due davanti a sé, in ogni città e luogo dov'egli stava per andare.

Il suo attributo principale è la scure con cui subì il martirio, sostituita talvolta da un’alabarda o da una spada.
SAN MATTIA, APOSTOLO
Dio ha stabilito la sua Chiesa anche sul fondamento di questa «dodicesima» colonna. Al posto di Giuda traditore, gli Undici scelsero Mattia perché aveva seguito Gesù durante il suo ministero pubblico, a cominciare dal battesimo di Giovanni fino al giorno dell’Ascensione (Atti 1,15-26). A questo titolo, ha potuto diventare come loro un testimone qualificato della Risurrezione. Secondo lo storico Eusebio di Cesarea, Mattia sarebbe stato uno dei settanta discepoli del Signore. Egli viene ora celebrato il 14 maggio (invece del 24 febbraio), nel tempo pasquale, più vicino al tempo della sua elezione ad apostolo e «testimone del Risorto».   
Mostraci, Signore, chi hai designato
 Dalla «Omelie sugli Atti degli Apostoli» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 3, 1. 2. 3; PG 60, 33-36, 38)

«In quei giorni, Pietro si alzò in mezzo ai fratelli e disse...» (At 1, 15). Dato che era il più zelante e gli era stato affidato da Cristo il gregge, e dato che era il primo nell'assemblea, per primo prende la parola: Fratelli, occorre scegliere uno tra noi (cfr. At 1, 21-22). Lascia ai presenti il giudizio, stimando degni d'ogni fiducia coloro che sarebbero stati scelti e infine garantendosi contro ogni odiosità che poteva sorgere. Infatti decisioni così importanti sono spesso origine di numerosi contrasti. E non poteva essere lo stesso Pietro a scegliere?
 
Certo che poteva, ma se ne astiene per non sembrare di fare parzialità. D'altra parte non aveva ancora ricevuto lo Spirito Santo. «Ne furono proposti due, Giuseppe, detto Barsabba che era soprannominato Giusto, e Mattia» (At 1, 23). Non li presentò lui, ma tutti. Lui motivò la scelta, dimostrando che non era sua, ma già contemplata dalla profezia. Così egli fu solo l'interprete, non uno che impone il proprio giudizio.
 
Continua: Bisogna, dunque, che tra questi uomini che sono radunati con noi... (cfr. At 1, 21).
 
Osserva quanta oculatezza richieda già nei testimoni, anche se doveva ancora venire lo Spirito. Egli comunque tratta con grande diligenza questa scelta.
 
Tra questi uomini, prosegue, che sono stati con noi tutto il tempo che visse tra noi il Signore Gesù.
 
Parla di coloro che erano vissuti con Gesù, non quindi semplici discepoli. All'inizio molti lo seguivano: ecco perché afferma: Era uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e avevano seguito Gesù.
«Per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni» (At 1, 21). E sì, perché gli avvenimenti accaduti prima, nessuno li ricordava con esattezza, ma li appresero dallo Spirito. «Fino al giorno in cui (Gesù) è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga insieme a noi testimone della sua risurrezione» (At 1, 22). Non dice: testimone di ogni cosa, ma «testimone della sua risurrezione», semplicemente.
 
Infatti era più credibile uno che affermasse: Colui che mangiava, beveva e fu crocifisso, è proprio lo stesso che è risuscitato. Perciò non era necessario che fosse testimone del passato né del tempo successivo e neppure dei miracoli, ma solo della risurrezione. Gli altri avvenimenti erano noti ed evidenti; la risurrezione invece era avvenuta di nascosto ed era nota solo a quei pochi.
 
E pregavano insieme dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra...» (At 1, 24). Tu, non noi. Molto giustamente lo invocano come colui che conosce i cuori: da lui, infatti, dev'essere fatta l'elezione, non da altri. Pregavano con tanta confidenza, perché era proprio necessario che uno fosse eletto. Non chiesero: Scegli, ma: mostra l'eletto, «colui che hai eletto», ben sapendo che tutto è già stabilito da Dio. «E li tirano a sorte». Non si ritenevano degni di fare essi stessi l'elezione, per questo desiderarono essere guidati da un segno.

 
 
    Fonte  - Maràn athà  Vieni, Signore Gesù! -
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