San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria - Parrocchia Santi Filippo e Giacomo di Parona

Parrocchia Santi Filippo e Giacomo Parona - VR -
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San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria

Prima Lettura:  2 Sam 7,4-5.12-14.16   Lectio

Salmo Responsoriale:
 Salmo 88

Seconda Lettura: Rm 4,13.16-18.22    Lectio

Canto al Vangelo:
Sal 83,5

Vangelo
: Mt 1,16.18-21.24a     Lectio

Oppure: Vangelo ( Lc 2,41-51 )  Lectio
Giuseppe diviene sposo nella fede.

Non comprendiamo la grandezza di san Giuseppe, se non cogliamo in tutto il suo valore lo straordinario cammino di fede che ha percorso durante la sua vita. All’inizio i Vangeli ce lo presentano esitante di fronte al mistero divino che avvolge la sua sposa Maria. Ogni volta che il soprannaturale si manifesta all’uomo, la prima reazione è quella del timore.

Ma ciò che colpisce di più è la pronta obbedienza e la totale disponibilità di Giuseppe ogni volta che Dio manifesta la sua volontà. Non pensare che basti l’apparizione di un angelo per portare l’uomo alla fede. Forse non si manifestò l’angelo a Zaccaria per annunciare la nascita di Giovanni il Battista?

Eppure Zaccaria non credette. Giuseppe al contrario manifesta una adesione così incondizionata alla parola e ai comandi del messaggero di Dio, da lasciare stupiti e ammirati. Possiamo dire infatti che è per la sua fede che egli è divenuto lo sposo della Vergine Maria.


Giuseppe diviene padre nella fede.

Giuseppe fu padre di Gesù, non secondo la carne, ma secondo la fede. Tuttavia la sua pa-ternità fu vera ed effettiva. Accettando Maria come sposa, egli acconsente a fare da padre al Figlio che nascerà da lei, ben sapendo che “viene dallo Spirito Santo”. Ed è lui, per comando dell’angelo, a imporre il nome di Gesù al Figlio generato da Maria. Giuseppe crede e obbedisce, divenendo così sposo e padre per mezzo della fede. Tale infatti lo riteneva Maria e allo stesso modo lo considerava Gesù. “Tuo padre ed io, angosciati ti cercavamo”, dice Maria rivolgendosi al Figlio, quando, dopo tre giorni di ricerca lo ritrovarono nel tempio. Gesù chiamava Giuseppe col dolcissimo nome di padre. Scopriamo qui una paternità nella fede, che apre orizzonti nuovi e sconfinati, ben oltre quelli della generazione naturale, che Dio ha voluto conferire al dono della paternità.

La responsabilità paterna di Giuseppe.

Giuseppe ci mostra un volto di padre che forse non abbiamo ancora scoperto appieno. In lui vediamo una paternità del cuore, senza la quale quella carnale non è sufficiente. Ci sono padri che si ritengono tali solo perché hanno messo al mondo dei figli. Ma quando manca l’assunzione di responsabilità nella preparazione alla vita, non possiamo certo parlare di paternità vera in un senso morale e spirituale.

La paternità va ben oltre la generazione carnale. Essa è un prendersi a cuore i figli e accom-pagnarli in tutte le tappe che li conducono alla vita adulta. Giuseppe è un esempio straordinario di questa paternità, che diventa per lui la ragione stessa della sua vita. Pur non avendo generato Gesù, egli fa della sua crescita e della sua formazione la missione alla quale dedica tutte le sue energie e i suoi talenti.

Celebrando in questa giornata la festa dei papà, Giuseppe ci richiama alle grandi responsa-bilità dell’essere padri. Si tratta di una vera e propria generazione nell’ambito dei valori dello spirito. Nel medesimo tempo egli valorizza la paternità spirituale di tutti coloro che, nel campo soprannaturale, sono giustamente chiamati padri per gli insegnamenti che trasmettono e gli insegnamenti che danno.
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