San Francesco d'Assisi
4 Ottobre - Celebriamo con gioia la Festa di San Francesco d’Assisi patrono d’Italia. Il poverello che ha affascinato e continua ad affascinare generazioni di cristiani e anche non cristiani. Proprio perché in lui vediamo rappresentato dal vivo Gesù crocifisso che ha sofferto e ha voluto bene a ciascuno di noi.
Credo che di San Francesco d’Assisi tutti quanti sappiamo qualcosa, dalla sua giovinezza spensierata e godereccia alla sua conversione davanti al crocifisso della chiesa di San Damiano e al cambiamento completo della sua vita. Da ricco si è fatto povero per i poveri e i più dimenticati del suo tempo.
Credo che di San Francesco d’Assisi tutti quanti sappiamo qualcosa, dalla sua giovinezza spensierata e godereccia alla sua conversione davanti al crocifisso della chiesa di San Damiano e al cambiamento completo della sua vita. Da ricco si è fatto povero per i poveri e i più dimenticati del suo tempo.
Una figura davvero che ispira sentimenti di gioia e di pace e di letizia, come amava dire San Francesco.
Un aspetto della sua personalità da sottolineare e senz’altro quello di Francesco uomo di pace, e poi è ritratto anche nel saluto francescano “Pace e Bene”. Innanzitutto Francesco cercava la pace tra gli uomini, secondo lui non c’era la categoria di nemico da combattere, ma sul volto di ogni uomo di ogni donna vedeva un fratello e una sorella, figli dell’unico Padre che è nei cieli.
Addirittura quando si è recato in Marocco per predicare al sultano nei tempi che c’erano le guerre tra musulmani e cristiani si presenta con il volto della fraternità.
Abbiamo bisogno di recuperare anche questa categoria, e questa dimensione della fraternità universale, non perché siamo tutti uguali, ci sono le razze, le religioni, ma perché ci riconosciamo umani e quindi nella pace dell’umanità c’è il rispetto, il dialogo e la collaborazione reciproca.
Poi Francesco cercava la pace anche con il creato, abbiamo letto almeno una volta il Cantico delle Creature Laudato si mi Signore per tutte le tue creature.
Diceva Francesco che ogni creatura, anche un filo d’erba, sono il riflesso della bontà di Dio. I fiori, i campi, il sole, la luna e le stelle, tutto canta armoniosamente la grandezza e la bontà di Dio.
E vuol dire che Francesco appunto portava la pace anche nel creato, c’è quel bel esempio della conversione del lupo, perché, pensava che anche nella natura i disordini fossero composti proprio armoniosamente a lode di Dio.
Chiediamo allora che questa pace per mezzo di lui discenda anche nel profondo del nostro cuore.
Addirittura quando si è recato in Marocco per predicare al sultano nei tempi che c’erano le guerre tra musulmani e cristiani si presenta con il volto della fraternità.
Abbiamo bisogno di recuperare anche questa categoria, e questa dimensione della fraternità universale, non perché siamo tutti uguali, ci sono le razze, le religioni, ma perché ci riconosciamo umani e quindi nella pace dell’umanità c’è il rispetto, il dialogo e la collaborazione reciproca.
Poi Francesco cercava la pace anche con il creato, abbiamo letto almeno una volta il Cantico delle Creature Laudato si mi Signore per tutte le tue creature.
Diceva Francesco che ogni creatura, anche un filo d’erba, sono il riflesso della bontà di Dio. I fiori, i campi, il sole, la luna e le stelle, tutto canta armoniosamente la grandezza e la bontà di Dio.
E vuol dire che Francesco appunto portava la pace anche nel creato, c’è quel bel esempio della conversione del lupo, perché, pensava che anche nella natura i disordini fossero composti proprio armoniosamente a lode di Dio.
Chiediamo allora che questa pace per mezzo di lui discenda anche nel profondo del nostro cuore.
don Francesco
Dobbiamo essere semplici, umili e puri
Dalla «Lettera a tutti i fedeli» di san Francesco d'Assisi
(Opuscoli, ed. Quaracchi 1949, 87-94)
Il Padre altissimo fece annunziare dal suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria che il Verbo del Padre, così degno, così santo e così glorioso, sarebbe disceso dal cielo, e dal suo seno avrebbe ricevuto la vera carne della nostra umanità e fragilità. Egli, essendo oltremodo ricco, volle tuttavia scegliere, per sé e per la sua santissima Madre, la povertà.
All'approssimarsi della sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Poi pregò il Padre dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39).
Pose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre. E la volontà del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso, dato per noi e nato per noi, offrisse se stesso nel proprio sangue come sacrificio e vittima sull'altare della croce. Non si offrì per se stesso, non ne aveva infatti bisogno lui, che aveva creato tutte le cose. Si offrì per i nostri peccati, lasciandoci l'esempio perché seguissimo le sue orme (cfr. 1 Pt 2, 21). E il Padre vuole che tutti ci salviamo per mezzo di lui e lo riceviamo con puro cuore e casto corpo.
O come sono beati e benedetti coloro che amano il Signore e ubbidiscono al suo Vangelo! E' detto infatti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutta la tua anima, e il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10, 27). Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 23). Dunque tutti quelli che l'adorano devono adorarlo in spirito e verità. Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perché dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18, 1), e diciamogli: «Padre nostro, che sei nei cieli» (Mt 6, 9).
Facciamo inoltre «frutti degni di conversione» (Mt 3, 8) e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.
Gli uomini perdono tutto quello che lasciano in questo mondo. Portano con sé solo la mercede della carità e delle elemosine che hanno fatto. E' il Signore che dà loro il premio e la ricompensa.
Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore. E su tutti coloro che avranno fatte tali cose e perseverato fino alla fine, riposerà lo Spirito del Signore. Egli porrà in essi la sua dimora ed abitazione. Saranno figli del Padre celeste perché ne compiono le opere. Saranno considerati come fossero per il Signore o sposa o fratello o madre.
Fonte - Maràn athà Vieni, Signore Gesù! -