Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo - Parrocchia Santi Filippo e Giacomo di Parona

Parrocchia Santi Filippo e Giacomo Parona - VR -
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Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

È la solennità che conclude l’anno liturgico, cade negli ultimi giorni di novembre e celebra la regalità di Cristo, Signore del tempo e della storia, inizio e fine di tutte le cose  (l’Alfa e l’Omega, come è scritto nel libro biblico dell’Apocalisse, usando come riferimento la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco) di tutte le cose che a lui sono soggette. Incluso l’uomo, naturalmente.

È stato Cristo stesso ad affermare la sua regalità. Nel Vangelo di Giovanni, infatti, leggiamo: “Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?».
Gesù rispose: «Il mio regno non è di questo mondo, se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re»”. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».

Pilato, cedendo alla paura, alla vigliaccheria, non ha avuto il coraggio di seguire la Verità, pur avendone nel cuore nostalgia, desiderio. La sua infatti è una domanda dettata da sincerità: “Che cos’è la verità?”. Chi è la verità? Gesù non risponde: Egli stesso è la Verità. La sua regalità si compie nell’affermare la Verità: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. La sua regalità consiste proprio nel portare gli uomini alla Verità, che è Egli stesso.
Liturgia Anno A

Prima Lettura:
  Ez 34,11-12.15-17 Lectio
          
Salmo Responsoriale:  Salmo 22

Seconda Lettura  
1 Cor 15,20-26a.28    Lectio

Canto al Vangelo:   Mc 11,9.10

Vangelo:    
Mt 25,31-46     Lectio
Liturgia Anno B

Prima Lettura:
  Dn 7, 13-14
Lectio
          
Salmo Responsoriale:  Salmo 92

Seconda Lettura
Ap 1, 5-8    Lectio

Canto al Vangelo:    Mc 11,9.10

Vangelo:    
Gv 18, 33b-37     Lectio
Liturgia Anno C

Prima Lettura:
  2 Sam 5, 1-3
Lectio
          
Salmo Responsoriale:  Salmo 121

Seconda Lettura  
Col 1, 12-20      Lectio

Canto al Vangelo:    Mc 11,9.10

Vangelo:    
Lc 23, 35-43     Lectio
Venga il tuo regno
Dall'opuscolo «La preghiera» di Origène, sacerdote  (Cap. 25; PG 11, 495-499)

Il regno di Dio, secondo la parola del nostro Signore e Salvatore, non viene in modo da attirare l'attenzione e nessuno dirà: Eccolo qui o eccolo là; il regno di Dio è in mezzo a noi (cfr. Lc 16, 21), poiché assai vicina è la sua parola sulla nostra bocca e nel nostro cuore (cfr. Rm 10, 8). Perciò, senza dubbio, colui che prega che venga il regno di Dio, prega in realtà che si sviluppi, produca i suoi frutti e giunga al suo compimento quel regno di Dio che egli ha in sé. Dio regna nell'anima dei santi ed essi obbediscono alle leggi spirituali di Dio che in lui abita. Così l'anima del santo diventa proprio come una città ben governata. Nell'anima dei giusti è presente il Padre e col Padre anche Cristo, secondo quell'affermazione: «Verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23).

Ma questo regno di Dio, che è in noi, col nostro instancabile procedere giungerà al suo compimento, quando si avvererà ciò che afferma l'Apostolo del Cristo. Quando cioè egli, dopo aver sottomesso tutti i suoi nemici, consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti (cfr. 1 Cor 15, 24. 28). Perciò preghiamo senza stancarci. Facciamolo con una disposizione interiore sublimata e come divinizzata dalla presenza del Verbo. Diciamo al nostro Padre che è in cielo: «Sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno» (Mt 6, 9-10). Ricordiamo che il regno di Dio non può accordarsi con il regno del peccato, come non vi è rapporto tra la giustizia e l'iniquità né unione tra la luce e le tenebre né intesa tra Cristo e Beliar (cfr. 2 Cor 6, 14-15).

Se vogliamo quindi che Dio regni in noi, in nessun modo «regni il peccato nel nostro corpo mortale» (Rm 6, 12). Mortifichiamo le nostre « membra che appartengono alla terra» ( Col 3, 5). Facciamo frutti nello Spirito, perché Dio possa dimorare in noi come in un paradiso spirituale. Regni in noi solo Dio Padre col suo Cristo. Sia in noi Cristo assiso alla destra di quella potenza spirituale che pure noi desideriamo ricevere. Rimanga finché tutti i suoi nemici, che si trovano in noi, diventino «sgabello dei suoi piedi» (Sal 98, 5), e così sia allontanato da noi ogni loro dominio, potere ed influsso. Tutto ciò può avvenire in ognuno di noi. Allora, alla fine, «ultima nemica sarà distrutta la morte» (1 Cor 25, 26). Allora Cristo potrà dire dentro di noi: «Dov'è , o morte, il tuo pungiglione? Dov'è , o morte, la tua vittoria? » ( Os 13, 14; 1 Cor 15, 55). Fin d'ora perciò il nostro «corpo corruttibile» si rivesta di santità e di « incorruttibilità; e ciò che è mortale cacci via la morte, si ricopra dell'immortalità» del Padre (1 Cor 15, 54). Così regnando Dio in noi, possiamo già godere dei beni della rigenerazione e della risurrezione.

Fonte  - Maràn athà Vieni, Signore Gesù! -
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