La Vestizione dei paramenti liturgici - Parrocchia Santi Filippo e Giacomo di Parona

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La Vestizione dei paramenti liturgici


La Vestizione dei Paramenti liturgici e relative preghiere

I paramenti sacri che i sacerdoti indossano per le celebrazioni liturgiche hanno una funzione importante: in primo luogo, il fatto che non sono portati nella vita ordinaria, aiuta a staccarsi dalla quotidianità e dai suoi ritmi al momento di celebrare il culto divino. Inoltre, le forme ampie delle vesti, pongono in secondo piano l’individuo che le porta, per far risaltare il suo ruolo liturgico. Si può dire che la "mimetizzazione" del corpo del ministro al di sotto delle vesti, in un certo senso lo spersonalizza facendo vedere che il vero Protagonista dell’azione liturgica è Cristo.
La forma delle vesti, dunque, dice che la Liturgia viene celebrata "in persona Christi" e non a nome proprio. Colui che compie una funzione culturale non agisce come persona privata, ma come ministro della Chiesa e come strumento nelle mani di Cristo.
La vestizione dei paramenti liturgici è accompagnata da preghiere relative ad ogni veste.
Si comincia con l’AMITTO, un panno di lino rettangolare munito di due nastri, che si appoggia sulle spalle e si fa poi aderire al collo; infine lo si lega attorno alla vita. Nell’indossarlo il sacerdote dice la seguente preghiera:

Impone, Domine, capiti meo galeam salutis, ad expugnandos diabolicus incursus.

(Imponi , Signore, sul mio capo l’elmo della salvezza, per sconfiggere gli assalti del demonio).
Il CAMICE o ALBA è la lunga veste bianca indossata da tutti i sacri ministri, che ricorda la nuova veste immacolata che ogni cristiano ha ricevuto mediante il Battesimo. Il camice dunque è simbolo della grazia santificante ricevuta nel primo Sacramento ed è considerato anche simbolo della purezza necessaria per entrare nella gioia eterna. Questo si esprime nella preghiera detta dal Sacerdote quando indossa il camice:
Dealba me, Domine, et munda cor meum; ut, in Sanguine Agni dealbatus, gaudiis perfruar sempiternis.

(Purificami, Signore, e monda il mio cuore, affinché, purificato nel Sangue dell’Agnello, io goda dei gaudii eterni).

Sopra il camice, all’altezza della vita, è indossato il CINGOLO, un cordone di lana che si utilizza a mo’ di cintura. Per i diaconi, i sacerdoti e i vescovi, il cingolo può essere di diverso colore, a seconda del tempo liturgico o della memoria del giorno. Nel simbolismo delle vesti liturgiche il cingolo rappresenta la virtù del dominio di sé, come esprime la preghiera corrispondente:

Praecinge me, Domine, cingulo puritatis, et extingue in lumbis meis humorem libidinis, ut maneat in me virtus continentiae et castitatis.

(Cingimi, o Signore, col cingolo della purezza, ed estingui nel mio corpo l’ardore della concupiscenza, affinchè si mantenga in me la virtù della continenza e della castità).

La STOLA è l’elemento distintivo del ministro ordinato e si indossa sempre nella celebrazione dei sacramenti. È una striscia di stoffa, di norma ricamata, il cui colore varia secondo il tempo liturgico. Indossandola sopra le spalle, il sacerdote recita la relativa preghiera:

Redde mihi, Domine, stolam immortalitatis, quam perdidi in praevaricatione primi parentis; et, quamvis indignus accedo ad tuum sacrum mysterium, merear tamen gaudium sempiternum.


(Restituiscimi, Signore, la stola dell’immortalità, perduta a causa del peccato del primo padre: e, sebbene io acceda indegno al tuo sacro mistero, fa che possa meritare il gaudio eterno).
Infine, ci si riveste della CASULA o della PIANETA, la veste propria di colui che celebra la Santa Messa e avvolge tutta la persona. La preghiera relativa alla casula fa riferimento all’esortazione contenuta nella Lettera di san Paolo ai Colossesi: "Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione".

Domine, qui dixisti: Iugum meum suave est, et onus meus leve: fac ut istud portare sic valeam , quod consequar tuam gratiam. Amen.
Domine, qui dixisti: Iugum meum suave est, et onus meus leve: fac ut istud portare sic valeam , quod consequar tuam gratiam. Amen.
(Signore, che hai detto: Il mio giogo è soave e il mio carico è leggero: fa che io possa portare questo in modo da conseguire la tua grazia. Amen).
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