Introduzione alla Bibbia - guida alla Sacra Scrittura
Natura Morta con Bibbia (1885)
Vincent Van Gogh (1853 – 1890): è un pittore olandese, uno dei più grandi artisti del XIX secolo.
Nel 1873 lavora a Londra per poi trasferirsi, nel 1875, a Parigi. Nel 1878 si reca nelle miniere di carbone di Borinage, in Belgio, e svolge il ruolo di evangelizzatore.
Da una sua lettera del 1877 – van Gogh aveva 25 anni – così si esprimeva: Io non posso comunicare fino a che punto ho bisogno della Bibbia; ogni giorno vi leggo qualcosa. Ma ciò che io desidererei ardentemente sarebbe di averla tutta nella mia testa, per vedere la vita alla luce di quelle parole.
L’inizio del Tempo di Avvento in preparazione al Natale del Signore, mi sembra il momento opportuno per iniziare una catechesi per conoscere, apprezzare e meditare la Sacra Scrittura. In effetti, a Natale noi contempliamo la Parola eterna del Padre che si fa carne in Gesù Cristo. Il Figlio di Dio è la Parola del Padre pronunciata dall’eternità ed entrata nel nostro tempo con il mistero dell’Incarnazione.
Conoscere perciò la Sacra Scrittura, la Bibbia, è fondamentale perché essa altro non ci parla se non del Cristo salvatore. Già san Girolamo affermava che ignorare la Sacra Scrittura significa ignorare Cristo. Papa Francesco tra l’altro ha stabilito che la IIIª Domenica del Tempo Ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio, sarà la Domenica della Parola di Dio. Ci proponiamo quindi di esporre in modo semplice le risposte alle grandi domande che circondano la Bibbia:
• Perché è Parola di Dio?
• Come si è formata?
• La Bibbia può sbagliare?
• Come possiamo imparare a pregare con la Scrittura?
Invochiamo insieme lo Spirito Santo perché ci apra la mente e il cuore alla comprensione della Parola rivelata.
ESPLORANDO LA BIBBIA
La parola “Bibbia” ci arriva dall’antica lingua greca. “TA BIBLIA” in greco è un nome plurale e significa “i libri” o “i rotoli”. Quando questa parola entrò nella lingua latina diventò singolare e significò “il libro”. Così, le radici della parola ci dicono che la Bibbia è una raccolta di molti libri; ma, allo stesso tempo, è un libro così importante da non rendere necessario alcun altro nome che quello di “Il Libro”.
La Bibbia cristiana si suddivide in due sezioni principali: l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento. La parola “testamento” significa “patto”. L’Antico Testamento contiene gli scritti che raccontano la relazione di Dio col suo popolo Israele durante i secoli prima della venuta di Gesù. Il Nuovo Testamento descrive la nuova relazione che Dio ha iniziato con le persone mediante la vita, morte e risurrezione di Gesù e mediante la fondazione della Chiesa per mezzo dello Spirito Santo. Quando consideriamo la divisione tra l’Antico e il Nuovo Testamento, ci accorgiamo che l’Antico è almeno tre volte più lungo del Nuovo. L’Antico Testamento è una raccolta di 46 documenti distinti che furono scritti nel corso di un periodo di molti secoli. Il Nuovo Testamento contiene 27 documenti che sono stati scritti nell’arco di un periodo di appena pochi decenni.
I libri della Bibbia hanno ricevuto i loro titoli sulla base di molte ragioni differenti. Molti libri dell’Antico Testamento sono stati denominati in ragione dell’argomento da loro trattato. Per esempio, Genesi significa “gli inizi”; Esodo concerne l’uscita dalla schiavitù in Egitto; i libri dei Re descrivono la storia della monarchia di Israele; i Proverbi sono una raccolta di massime sagge e di buoni consigli. Alcuni libri sono stati denominati in relazione ai loro personaggi centrali, come Giosuè, Rut, Samuele ed Esdra. Altri sono stati denominati secondo l’autore loro attribuito, come Isaia, Geremia ed Ezechiele.
Nel Nuovo Testamento, la più ampia raccolta di scritti, le lettere di Paolo, reca i nomi delle comunità alle quali esse erano state indirizzate. La Lettera di Paolo ai Romani era stata scritta per i cristiani di Roma, quella ai Corinzi per la chiesa di Corinto, ecc. Altre lettere sono denominate in ragione della persona alla quale erano state scritte; così le lettere a Filemone, a Timoteo e a Tito. Altre lettere ancora portano i nomi dei loro autori: le lettere di Giacomo, Pietro, Giovanni e Giuda, come pure i Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Infine, i titoli di due libri del Nuovo Testamento descrivono l’argomento da loro trattato: gli Atti degli Apostoli (scritti da Luca) e l’Apocalisse (scritta da Giovanni).
COME SI É FORMATA LA BIBBIA?
La formazione tanto dell’Antico quanto del Nuovo Testamento, è stata un processo graduale all’interno della comunità di fede. Questo processo potrebbe essere descritto come una serie di fasi: evento, tradizione orale, tradizione scritta, tradizione redatta e tradizione canonica.
• La Bibbia scaturì da una serie di eventi salvifici nella storia umana. Alcuni di questi eventi sono i seguenti: la vocazione di Abramo, la schiavitù in Egitto, lo stanziamento nella terra promessa, la monarchia d’Israele, l’esilio in Babilonia, l’insegnamento e le opere di Gesù, la sua crocifissione e resurrezione e l’edificazione della Chiesa. Tutti questi eventi accaddero nel contesto di una comunità di persone convinte che tramite la storia Dio si è rivelato.
• Questi eventi salvifici furono trasmessi per mezzo della tradizione orale. La memoria degli eventi salvifici fu tenuta viva e fu onorata mediante narrazioni, poemi, canti e rituali trasmessi attraverso le generazioni a viva voce. Quando ci rendiamo conto che gli eventi biblici rimasero nella tradizione orale per molte generazioni, talvolta per secoli, prima di essere registrati per iscritto, potremmo incominciare a preoccuparci di cose come l’esattezza. Pensiamo che la tradizione orale in qualche modo assomigli a quel gioco collettivo nel quale le persone si sussurrano un messaggio l’una all’altra lungo una linea fino a che il messaggio alla fine diventa un po’ distorto. Ma questo gioco non ha alcuna relazione con la tradizione orale; ciò che è trasmesso nella tradizione orale riposa sulla testimonianza di una comunità. Se il gioco del sussurro fosse giocato a voce alta, il messaggio non andrebbe perduto perché gli errori verrebbero corretti nel momento stesso in cui sono commessi. Quando un bambino, per esempio, in una comunità cristiana prega: “Padre nostro, che sei nei cieli, Aroldo sia il tuo nome”, noi non dobbiamo preoccuparci che le generazioni successive possano scambiare il nome di Padre con quello di Aroldo. La comunità salvaguarda le sue tradizioni orali.
• La tradizione redatta rappresenta la fase nella quale gli elementi della tradizione orale e i molti scritti sparpagliati furono raccolti, selezionati e messi nella forma di un libro biblico. Questo processo di redazione dei risultati delle precedenti tradizioni ha sempre implicato l’inclusione di alcune cose e l’omissione di altre.
• Alcune parti del materiale scritto e redatto, divennero libri biblici. Questo processo per mezzo del quale la comunità determinò quali libri includere nella sua raccolta di scritti sacri è denominato tradizione canonica. Gradualmente il giudaismo e la Chiesa primitiva stabilirono quali libri contenessero le verità rivelate e quali invece no. La Bibbia che leggiamo nella Chiesa è canonica, nel senso che contiene solo quei libri sacri che sono certamente ispirati da Dio.
CHE COSA SIGNIFICA AFFERMARE CHE LA BIBBIA É "ISPIRATA" DA DIO?
Quando affermiamo che la Bibbia è "ispirata" intendiamo dire che è un’opera prodotta per ispirazione dello Spirito Santo.
L’ispirazione (letteralmente significa "soffiare dentro"), è l’azione, o l’influsso, attraverso il quale Dio ha illuminato l’intelletto degli Autori sacri e ha mosso la loro volontà perché costoro esprimessero la verità che egli ha voluto manifestare.
La Sacra Scrittura stessa, in molti suoi testi, afferma di essere stata scritta per ispirazione di Dio o da uomini mossi dallo Spirito Santo: "Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio" (2Pt 1,20). Gli uomini sono stati come strumenti nelle mani di Dio.
Dio ha adoperato persone con capacità e qualità differenti, che scrivessero a modo loro, ma il messaggio proveniva da Dio attraverso di loro. Dio ha fatto questo rispettando la loro libertà. I libri della Bibbia hanno autori umani differenti tra loro per cultura e tradizione, ma essa ha un solo Autore divino: Dio. Il Signore continua a parlare oggi a ogni persona, attraverso la Sacra Scrittura, nello stesso modo in cui cominciò a parlare sin dal momento in cui essa fu scritta.
A CHI VENNE IN MENTE DI DIVIDERE LA BIBBIA IN CAPITOLI E VERSETTI?
La suddivisione della Bibbia in capitoli e versetti è di grande importanza e utilità, perché consente di intercettare facilmente qualsiasi testo che si voglia cercare.
Le prime suddivisioni dei testi della Bibbia furono fatte per motivi liturgici, cioè per segnare i testi che andavano letti in sinagoga e, più tardi, in chiesa.
La suddivisione moderna è attribuita a un certo Stefano Langton (+ 1228) che fu professore presso una Università di Parigi e che in seguito divenne arcivescovo di Canterbury.
COME LEGGERE E STUDIARE LA BIBBIA – CONSIGLI PRATICI
Il mio primo consiglio riguarda quali libri della Bibbia leggere. Non incominciare dalla pagina uno della Bibbia e non incominciare a leggere dall’inizio alla fine.
Non iniziare con la Genesi e non pensare che leggerai un libro alla volta fino a che non avrai letto tutta la Bibbia.
E’ meglio scegliere dalla biblioteca della Bibbia alcuni libri.
Potresti incominciare con il Nuovo Testamento. Scegli uno dei Vangeli, magari quello dell’Anno Liturgico (quest’anno -2019/2020- è Matteo), quindi leggi gli Atti degli Apostoli, la storia della Chiesa primitiva. Dopo ciò, scegli un paio di lettere dagli scritti di san Paolo. Quindi, dopo che sei diventato un poco familiare con il Nuovo Testamento, incomincia ad avventurarti nell’Antico Testamento.
Puoi partire dal libro dell’Esodo, la storia della formazione di Israele come popolo. Quindi potresti leggere uno dei profeti. Con questa lettura selettiva di un libro alla volta, la lettura ti sembrerà molto più agevole. Il ritmo della tua lettura della Bibbia probabilmente varierà da giorno a giorno. Alcuni giorni vorrai leggere un capitolo o due, altri giorni solo pochi versetti.
La mia più importante raccomandazione è di leggere la Scrittura in modo orante. Inizia e concludi sempre la tua lettura con una preghiera. Solo pochi secondi di calma, chiedendo a Dio di essere con te per mezzo dello Spirito Santo. La preghiera ci colloca consapevolmente alla presenza di Dio. Ci rende consapevoli che è Dio che sta comunicando con noi quando leggiamo le Scritture. Ci aiuta ad allontanare tutte le distrazioni del giorno fuori dalla nostra mente così che possiamo veramente ascoltare con la nostra mente e con il nostro cuore la la Parola di Dio.
DOMANDE "SCOTTANTI" EVOLUZIONE O CREAZIONE?
Ora cercheremo di dare le risposte ad alcune domande che riguardano degli aspetti problematici della Bibbia e che sembrano essere in contraddizione con la realtà. Ovviamente, dovremo essere molto sintetici e rimandare l’approfondimento su libri più specializzati.
La domanda che spesso ci rivolgono anche i ragazzi, poiché ne parlano a scuola, è: noi esistiamo grazie all’evoluzione, come dicono gli scienziati, o grazie alla creazione operata da Dio, come dice la Bibbia?
Bisogna distinguere tra la teoria dell’evoluzione (discendiamo dalla scimmia, che discende da…, che, a sua volta, discende da…, ecc.) e la dottrina della Creazione.
Entrambe parlano dell’origine dell’uomo, ma sono come due linee parallele. Come cristiani crediamo ovviamente nella Creazione, che è ciò che ci propone la Bibbia. La Fede risponde al messaggio proposto da Dio. Questa proposta, tuttavia, non oppone alcun divieto nell’accettazione della teoria evoluzionista come fatto scientifico. Non dobbiamo dimenticare che queste due posizioni non si contraddicono.
Noi veniamo da Dio o da una piccola cellula attraverso molti mutamenti nel corso della storia dell’universo?
La Fede ci insegna che veniamo da Dio e la scienza che la nostra origine risiede in una cellula. Se ci pensiamo bene, non c’è contraddizione tra l’una e l’altra cosa. Dal punto di vista della Fede e della Bibbia, non ci sono difficoltà ad accettare un’evoluzione creativa o, se preferiamo, una creazione evolutiva. Questo significherebbe che accettiamo il fatto che la mano di Dio sia ancora attiva nel mondo che egli ha creato, e che stia ancora creando cose nuove.
L’evoluzione può essere vista come parte del piano di Dio e della sua maniera provvidenziale di creare e di governare il mondo.
Bisogna ricordare, infine, che la Bibbia desidera insegnarci il motivo e il fine della Creazione, piuttosto che il modo col quale Dio ha fatto tutte le cose. Egli ha fatto tutto per il nostro bene e ce lo ha donato perché lo usiamo per il bene nostro e dei nostri fratelli.
Per dirla con una frase attribuita a Galileo, la Bibbia non insegna com’è fatto il cielo, ma come si va in Cielo.
COME SAREBBE IL MONDO SE ADAMO ED EVA NON AVESSERO PECCATO?
Noi potremmo immaginare, in primo luogo (secondo l’ideale del paradiso della Genesi), un mondo perfettamente sotto il controllo degli uomini e al loro servizio, in amicizia con Dio, in modo tale che la presenza amorosa di Dio si avvertisse in mezzo a noi; un mondo in cui il lavoro non fosse duro e doloroso e talvolta perfino sterile o vano; un mondo ricco di ordine e armonia. In verità, le condizioni più importanti di vita tra gli uomini sarebbero il rispetto, la fratellanza e la realizzazione autentica dell’armonia sociale. In buon sostanza sarebbe un mondo senza egoismi, in cui le persone avrebbero il dominio su se stesse. Infine, la morte non regnerebbe come un problema che pone termine ai desideri e alle aspirazioni della vita, oppure come qualcosa di ingiustamente sofferto, ma costituirebbe un semplice passaggio a una vita ancora migliore, in unione più intima con Dio. Esisterebbe ugualmente la morte (dal momento che ogni cosa in questo mondo è materiale e transitoria), ma ciascuna morte sarebbe come la morte del giusto, di cui tante volte parla la Bibbia. Questo potrebbe essere il nostro mondo, ovviamente se l’umanità si convertisse e accettasse il messaggio di Gesù: una proposta di amore universale senza limiti.
IL DILUVIO AVVENNE SU TUTTA LA TERRA O SOLO DOVE SI TROVAVA NOÉ?
É difficile immaginare da dove sarebbe potuta venire così tanta acqua da coprire il monte Everest con i suoi nove chilometri di altezza. Le persone che credono in questo tipo di miracoli non hanno alcuna difficoltà ad accettare il diluvio come universale e perciò pure mondiale. L’Autore biblico, tuttavia, sembra contemplare un mondo più ridotto del nostro. Per lui, il mondo si riduceva all’area del Medio Oriente, territorio dove si svolgeva la storia dell’umanità nascente. L’arca di Noè si posò sul monte Ararat, che per gli abitanti della regione era "il monte più alto della terra". Per questo motivo l’opinione di alcuni specialisti è che il diluvio si sia esteso soltanto a quella regione abitata dall’umanità di cui parla l’Autore. Non possiamo tacere neppure la tesi di molti altri studiosi, notevolmente avversa alla precedente. Secondo il parere di costoro, il diluvio non è stato un semplice avvenimento locale, ma si è trattato di una catastrofe che ha investito molti territori, decimando la popolazione e la fauna animale e vegetale. La causa di tutto questo è davvero da attribuire a forti piogge insistenti? Perché, in questo caso dovremmo spiegarci dove sarebbe defluita tutta quell’acqua che, secondo il racconto biblico, avrebbe superato in altezza di 15 cubiti (un cubito, dal latino cubitum, gomito, equivale a circa mezzo metro) i monti che ricopriva. Forse si è trattato di un cataclisma di più ampie proporzioni, che, oltre a forti piogge, comprendeva altri eventi naturali come terremoti, maremoti, sollevamenti e abbassamenti della crosta terrestre che, tutti insieme, hanno provocato enormi inondazioni sul nostro pianeta.
QUAL'É IL VERO NOME DI DIO: IAHVÉ O GEOVA?
La parola "Geova" non esiste nel testo originale della Bibbia, poiché è di recente fattura e falsa. La lingua ebraica prevede soltanto le consonanti; pertanto, il lettore deve intuire la vocale che corrisponde ad ogni consonante (è un po’ come se noi scrivessimo Pdr nstr anziché Padre nostro). Uno dei nomi più comuni di Dio nella Bibbia è IHWH (Iahvè). Dopo l’esilio di Babilonia, gli Ebrei, per un eccessivo rispetto verso il Nome di Dio, e soprattutto per evitare di usarlo invano, ogni volta che appariva la parola "IHWH" leggevano al suo posto un’altra parola, sempre di origine ebraica, "ADONAY", che significa "Signore".
Seicento anni dopo Cristo, i saggi ebrei che copiavano la Bibbia combinarono tra loro le consonanti della parola "IHWH" con le vocali della parola "ADONAY", derivandone la nuova parola "Yahowah", che si traduce in "Yehovah". Si tratta pertanto di una parola recente, che non merita l’importanza esagerata che alcuni le hanno dato.
CHE COSA SIGNIFICA E DA DOVE DERIVA LA PAROLA ALLELUIA?
La parola Alleluia proviene dalla combinazione di due parole ebraiche: hallelù = lodate e Yah = Yahvè. Questa parola, che è un invito a lodare il Signore, è diventata un’espressione di lode e di gloria a Dio, un’esclamazione che esprime contentezza religiosa, che i Cristiani hanno ereditato dalla tradizione ebraica.
Questa parola passò nella Liturgia cristiana già al tempo degli Apostoli. Il suo significato letterale cambiò leggermente con il tempo, giacchè il "lodate il Signore" si trasformò nell’espressione "sia lodato il Signore" o, come diciamo spesso, "benedetto il Signore" o "lodato sia il Signore".